Abate Fetel: La "Regina" Delle Pere

04.03.2019

Ma resta fondamentale la sinergia fra gli operatori del settore, chiamati a definire politiche e strategie comuniChe fare per preservare il valore e l'importanza di quella che è considerata la Pera regina? In che modo evitare gli effetti della concorrenza ed, auspicabilmente, allargare i consumi? Cosa comunicare e come?

Questi i temi al centro dell'importante convegno del 14 maggio 2007 "Abate Fetel: mettere a frutto la comunicazione", voluto dalla Camera di Commercio di Ferrara in collaborazione con Bayer CropScience e la Fondazione Cassa Risparmio Ferrara, al quale oltre a Paolo De Castro, Ministro Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sono intervenuti Carlo Alberto Roncarati Presidente della Camera di Commercio, Sergio Lenzi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e VicePresidente di Confagricoltura, Renzo Angelini, Responsabile marketing Bayer CropScience, Roberto Della Casa e Carlo Cannella, docenti rispettivamente presso l'U niversità di Bologna e "La Sapienza" di Roma, Daniele Tirelli, docente dell'Università IULM di Milano, Paolo Bruni, Presidente CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli) e, in qualità di testimonials Luca Granata, Lucio Torresan, Stefano Mengoli e Andrea Ghiglione, in rappresentanza rispettivamente di: Melinda, Radicchio di Treviso, Consorzio Vitellone Bianco Appennino Centrale, Consorzio Asti Spumante.

"Il triangolo che racchiude le province di Ferrara, Bologna e Modena - ha sottolineato Carlo Alberto Roncarati nel presentare il convegno - rappresenta, in assoluto, l'areale più vocato per la pericoltura. E' qui, infatti, che si producono le pere migliori, che trovano condizioni ambientali eccezionalmente favorevoli ed imprenditori di grandissima capacità. A riprova di ciò, le pere dell'E milia Romagna si fregiano del riconoscimento I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) dell'Unione Europea che, attraverso rigidi disciplinari di produzione assicura al consumatore standard elevatissimi di qualità e di salubrità.

Con il convegno di oggi - ha proseguito Roncarati - abbiamo inteso assumere una iniziativa a tutela della Pera Abate Fetel, regina della produzione nazionale, che in previsione di un rilevante incremento produttivo rischia, in assenza di adeguate contromisure di carattere comunicativo, logistico e commerciale, di non mantenere le quotazioni che l'hanno resa sin qui assai remunerativa.

La remunerazione di un prodotto non è mai un fatto acquisito, ha espresso con determinazione Roncarati. Bisogna fare innanzitutto i conti con la concorrenza sempre più agguerrita che, a livello internazionale, viene esercitata da parte di Paesi produttori nell'ambito dei quali vigono regimi fiscali, previdenziali e di tutela del lavoro meno onerosi e persino normative fitosanitarie assai più permissive.

Inoltre, la globalizzazione e la destagionalizzazione dei consumi portano sulle nostre tavole ogni giorno una enorme quantità di frutti con cui la pera deve confrontarsi".
Sulla stessa lunghezza d'onda Sergio Lenzi: "L'Italia, e soprattutto la nostra Regione - ha tenuto a precisare Lenzi - godono di un patrimonio gastronomico così ampio da risultare largamente inesplorato.

Non si tratta solo di preparazioni gastronomiche di lunga tradizione, ma anche di prodotti di base unici ed eccellenti. Tra questi - ha continuato Lenzi - si annoverano molti tipi di frutta. La Pera Abate Fetel, legata ad un territorio ristretto e particolarmente vocato rappresenta una di queste eccellenze che ha ottime potenzialità e incoraggianti prospettive. Ecco perché bisogna impegnarsi per una migliore comunicazione di una cultivar di assoluto valore".

"Bayer CropScience - ha evidenziato Renzo Angelini - da tempo ha orientato il proprio impegno verso la ricerca di un preciso e chiaro obiettivo: creare, attraverso l'innovazione e lo sviluppo, una condizione ottimale per una vita sociale migliore. Di qui, la realizzazione della collana " Coltura & Cultura", che ha come primo scopo quello di far conoscere i valori della produzione agroalimentare italiana, della sua storia e degli stretti legami con il territorio.

La collana - ha proseguito Angelini - prevede la realizzazione di una serie di 12 volumi. Il convegno di oggi è stata la migliore occasione per la presentazione proprio del volume sul pero, che abbiamo voluto distribuire gratuitamente agli intervenuti e che rappresenta un'opera di assoluto prestigio, anche per l'alto profilo scientifico degli autori che vi hanno collaborato. Uno strumento utile non solo agli specialisti, ma a tutti noi in quanto consumatori".

Tanti gli esperti che si sono alternati al microfono, a cominciare da Roberto Della Casa, che ha indicato, tra le priorità da affrontare per consentire alla Pera Abate di recuperare competitività sul mercato della frutta fresca, la necessità di profondere un impegno organizzativo intenso, soprattutto sul versante commerciale, che consenta di superare le storiche divisioni fra gli operatori chiamati a definire politiche e strategie comuni.

"Se è vero - ha rimarcato Della Casa - che le prime 5 organizzazioni concentrano oltre un terzo dell'offerta, è altrettanto vero che oltre la metà del prodotto viene venduto così come ricevuto dalla campagna ad una pletora di piccoli confezionatori su scala locale. Il che preclude qualsiasi possibilità di sviluppare una strategia unitaria. Questo è il vero nodo da sciogliere e la reale priorità da affrontare per far valere sul piano economico tutte le proprietà di questo prodotto eccezionale".

"La Pera Abate, come tutte le pere, rappresenta un alimento importante per qualsiasi età ed è indicata anche per chi soffre di disturbi nella regolazione della glicemia per il ridotto contenuto di glucosio (2 g%) e per l'apporto di fibra solubile".

Così ha esordito nel suo intervento Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell'Alimentazione presso l'Università La Sapienza di Roma. "La pera - ha messo in risalto Cannella - contiene una miscela di nutrienti, assai importanti per la loro azione regolatrice sull'equilibrio acido-basico del sangue e sulla flora batterica intestinale.

Nessun chimico sarebbe capace, mettendo insieme questi stessi componenti, di ottenere i medesimi risultati non solo da un punto di vista nutrizionale ma anche per la gratificazione dei nostri sensi (vista, olfatto e tatto) da cui tanto dipende il benessere psico-fisico".

Nel corso dell'incontro, che ha visto la folta partecipazione di operatori, di studiosi del settore frutticolo e del marketing oltre che di numerosi rappresentanti delle Istituzioni, autorevoli testimonials hanno illustrato gli esempi ed i motivi del successo di Melinda, del Radicchio di Treviso, del Consorzio Vitellone Bianco Appennino Centrale e dell'Asti Spumante, suggerendo la ricetta, o meglio, le ricette, che potrebbero consentire alla "regina" di restare tale, dopo che una specifica ricerca compiuta da Trade Food Lab, e commentata da Daniele Tirelli, ha evidenziato una percezione del prodotto da parte del consumatore per certi versi sorprendente e, comunque, ben diversa dalle caratteristiche che - secondo gli operatori della filiera - la Pera Abate realmente possiede.

"Si tratta di opinioni per lo più influenzate da luoghi comuni e da qualche pregiudizio che però è bene considerare al momento di produrre uno sforzo comunicativo più che mai necessario - ha sottolineato Tirelli, sociologo del consumo.

La prima questione - ha spiegato Tirelli - è dunque evidenziare in quale misura un prodotto dai pregi rilevanti ed indubbi come la Pera Abate Fetel, stia soffrendo di un posizionamento piuttosto basso ed immeritato nel vissuto degli italiani.

Successivamente, esaminati i luoghi comuni e le aree di ignoranza circa queste sue caratteristiche, si potrà impostare un piano di adeguata valorizzazione di un punto di eccellenza della nostra agricoltura. La capacità degli italiani di distinguere le diverse varietà di pere è molto bassa. Abate Fetel, William, Kaiser, ecc. sono nomi che non corrispondono, se non in ridotte percentuali, all'identificazione di morfologie, colori, consistenze corrette per ciascuna di esse.

Dunque, è determinante il ruolo informativo svolto dai vari canali distributivi, tenuto conto che molto apprezzata è la funzione di consulente del fruttivendolo e ancora piuttosto bassa la stima nei confronti dell'offerta della grande distribuzione che invece ne è priva". Ma oltre ad una adeguata " comunicazione integrata" del prodotto Abate Fetel, cosa può incentivarne la domanda?

A rispondere è lo stesso Tirelli: "Certamente un attestato di garanzia di un ipotetico consorzio di tutela. Una larghissima maggioranza degli intervistati afferma, infatti, di ritenere molto importante la presenza di un "bollino" che assicuri in modo semplice ed immediato il consumatore su standard qualitativi elevati e certi".

Appello, quello di Tirelli, che non è certamente caduto nel vuoto. Paolo Bruni, uno dei maggiori esperti in campo ortofrutticolo, infatti, nel raccogliere l'invito lanciato dal relatore, ha annunciato l'avvio di uno specifico ed articolato progetto, definito in ambito CSO,"...in grado di corrispondere alle esigenze degli operatori e di soddisfare le sempre più impegnative sfide del mercato. Perché, anche e soprattutto nel caso della Pera Abate, ha concluso Bruni, da soli non si vince".

"Esprimo piena soddisfazione per l'organizzazione di un convegno di così grande portata a tutela della Pera Abate e dei tanti operatori che con l'attenzione puntata a questa cultivar si mettono in gioco ed affrontano quotidianamente a viso aperto una difficile avventura imprenditoriale".

Il Ministro Paolo De Castro, profondo conoscitore della materia, che nel suo intervento ha spaziato sulle diverse problematiche del settore, a partire dalla riforma della Organizzazione Comune di Mercato dell'U.E. attualmente in discussione, ha così commentato, rivolgendosi al Presidente Roncarati, gli esiti dei lavori, "...che rispondono ad una richiesta forte dei consumatori e degli imprenditori ortofrutticoli. Si tratta di una iniziativa fortemente significativa - ha concluso De Castro - che ha avuto il grosso merito di chiamare a raccolta operatori, tecnici, studiosi e rappresentanti istituzionali per l'avvio di una strategia complessiva, di un progetto capace di dare indicazioni su dove concentrarsi per orientare tutte le azioni e convogliare le risorse disponibili che, benché limitate, se messe insieme possono risultare determinanti".

© 2019 Jacopo Cederna, esperto in nutrizione. Viale Marconi 10, 00156 Roma
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia